Conosco il vento di questa terra. Spira dapprima come una brezza leggera, poi rinforza e gonfia le vele. Porta profumi dalla costa, ma sospinge lontano dove abitano solo le tempeste.
Conosco ogni presagio, so leggere la mano e gli occhi della gente, eppure, pur comprendendolo, resta celato il mio destino da una coltre di grigia nebbia.
Conosco i capelli che profumano, i cuori e le gole che si serrano, i respiri ed i fetidi rigurgiti.
Posso tutto, posso perfino toccarvi.
Con gli assi in mano so giocare una partita persa in partenza.
Per dove parta, poi, poco importa. Ricomincio a giocare.
So chi siete e non manco di sapere chi sono io: Nessuno.
Non avete capito nulla? E cosa pretendete? Dannate risposte, ecco, quando non sapete nemmeno farvi le domande.
7 settembre 2014 at 6:01 PM
Ne scriverai altri di testi così? Perfetti, pieni, lucidi. Finali. La mia idea è qui dentro c’è una fine ed un possibile inizio: mi viene voglia di scriverci una trentina di post perchè gli stimoli sociali, esistenziali, ideologici sono tantissimi. Probabilmente finirai anche tu inghiottito dall’oceano del web, dai centomila blog che si rivolgono al niente e lo ribadiscono, non c’è nemmeno un cimitero monumentale per le cose che hano un senso e una sintassi vera, accidenti.
Ho conosciute le tempeste e le oasi dalle quali si riparte uomo, anche stavolta ne arriverà una che tutti definiranno catastrofica ma sono solo bugie.Mi piace pensare che so chi sei, del resto non mi importa nulla. Ciao
7 settembre 2014 at 9:38 PM
L’interpretazione data da una lettura attenta è il rispetto che qualunque scrittura merita. Non è cosa banale come sembra e riesce a pochi. Grazie Sergio, Nettuno per il momento non mi avrà, poiché non è quest’oceano che mi spaventa. A presto.
30 dicembre 2014 at 1:54 PM
qual’è dunque l’oceano che ti spaventa? Ammesso esista…