Le memorie scoloriscono, ma di alcune bisogna aver preso buona nota, altrimenti non è poi così facile andare oltre. Magari solo un passo, trattenendo il fiato, più lungo di una normale falcata, perché serve un piccolo atto di coraggio per varcare la dogana dei nostri pensieri. Ci sono cuori fermi alla frontiera. Arrugginiti ormai. Incrostati di paure ora vecchie. Ossidati di ragioni ed abitudini.
Le parole danno forma ai ruggiti, quelli dentro, ma non ascoltano, quasi mai.
Non è niente, ma fa un gran tremore, questo freddo. Come freddo è lo sguardo che non riflette la tua luce.
La felicità è un’abilità, bisogna esercitarsi.
6 novembre 2021 at 10:44 PM
Le memorie sono rumorose da rendere sordi. I ricordi invece soffiano, si affidano al vento del momento, svaniscono e ricompaiono, scelgono gli insiemi semplici dei rimorsi e dei rimpianti. Quei due che vanno a braccetto come attori consumati dalla parte, in una replica perenne il cui audience non cala mai. Le memorie nascono quando i respiri accelerano e si accordano alla fatica nelle gambe, quando sali un passo dopo l’altro, quando tutti i fiori sbocciati lungo il sentiero sembrano lì solo per te e nessuno può dirti il contrario. Senti il cuore che batte nel petto, lo senti battere forte per farti sentire la sua forza, perché quando serve il cuore c’è. Anche quello che un momento prima era un cuore spezzato, o un cuore di pietra. Salire è un’operazione di riparazione. La felicità è un mistero, un gioco del destino, un affare per venditori di folletti, ghiaccio per poeti veri, un’ottomila non segnato sulle carte.