La determinazione di pensiero. La tua.

Quando mi dicono che sono uno che dice quello che pensa mi viene sempre da sorridere. In primo luogo perché non vedo come potrebbe essere altrimenti visto che non ho idea di come si faccia a dar voce a qualcosa che prima non si sia formata nel pensiero, poi perché sarei curioso di sapere come il commentatore possa conoscere la quantità e l’entità dei miei pensieri in guisa di saggiarne la veridicità dell’espressione.
Fatta la tara dunque del comune modo di dire per il quale si apostrofa qualcuno come coerente tra le due azioni, il pensare ed il dire, resta però l’universo del non detto. Ed anche quello, ben più vasto, del non pensato.
Beh, sono certamente uno più scafato cosmonauta di tali universi.
Ecco, io non sono uno che dice quello che pensa, anzi, nella maggior parte dei casi, sono capace di dare forse miglior espressione a quel che gli altri pensano piuttosto che alle mie intuizioni, per così dire, originali. Ammesso che ne abbia.
È tutto lì fuori, ciò che gli individui si tengono dentro. Il trucco è capire che il pensiero delle persone è diffuso, diciamo, in qualche modo, “pubblico”, proprio quando individualmente crediamo che sia un tesoro privato.
Non dico quello che penso, perché non faccio in tempo e allora dico quello che pensate voi. Che faccio prima.
Confesso, tuttavia, di provare una certa invidia per chi possiede una ferrea determinazione ed espressione del proprio pensiero, cosa, fra l’altro, che trovo anche piuttosto sensuale.
Come te, come i traccianti luminosi dei tuoi pensieri.

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4 responses to “La determinazione di pensiero. La tua.

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